Il polso è un’area molto delicata soggetta a frequenti infiammazioni dei tendini: dalla rizoartrosi alla sindrome del tunnel carpale, l’uso del tutore è uno dei rimedi più consigliati per curare la tendinopatia.
L’articolazione del polso è spesso interessata da dolorosi stati infiammatori che colpiscono i tendini. Le cause più frequenti sono dovute a traumi improvvisi o al protrarsi di continui movimenti che, alla lunga, possono logorare le fasce tendinee. La conseguenza è, oltre al forte fastidio che si irradia dal polso fino alle dita della mano, anche la rigidità articolare e l’incapacità di contrarre uno o più dita.
I soggetti maggiormente colpiti dalla tendinite al polso sono le donne, in particolare quelle che hanno più di 50 anni di età, ma l’infiammazione può riguardare anche soggetti più giovani, soprattutto se praticano un’attività sportiva o lavorativa che prevede l’utilizzo frequente di questa articolazione.
Oltre ai microtraumi da stress, esistono anche delle vere e proprie patologie che possono aggravare la tendinopatia. Fra queste le più invalidanti sono l’artrosi, le malattie metaboliche (come il diabete) e l’artrite reumatoide.
Come curare i disturbi del polso
Le infiammazioni ai tendini del polso sono una condizione molto dolorosa e, se trascurate, possono dare luogo a complicazioni potenzialmente invalidanti. Quando si avvertono i primi campanelli di allarme del fastidio, occorre mettere in atto delle strategie per alleviare la tendinopatia prima che essa peggiori. In genere si adotta, quindi, un trattamento di tipo conservativo volto a prevenire le complicazioni. Questo si basa su:
- riposo. L’articolazione non deve essere sforzata, pertanto vanno interrotte tutte quelle attività che la sottopongono a stress, come i microtraumi.
- applicazione di ghiaccio. Il ghiaccio è un potente anti infiammatorio quindi è molto utile trattare la zona dolorante con impacchi freddi; si possono usare dei comodi spray ad erogazione istantanea o la classica borsa da riempire.
- indossare un tutore. Il tutore per il polso è uno dei rimedi più rapidi e più pratici da adottare nell’immediato perché basta infilarlo per provare sollievo.
- in caso di dolore particolarmente intenso si possono assumere farmaci come i FANS o il paracetamolo.
Nelle tendinopatie più gravi il medico può decidere di operare l’area, qualora il paziente dovesse andare incontro a una situazione invalidante.
Utilizzo del tutore per il polso
Il tutore per rizoartrosi è una soluzione immediata da adottare in caso di dolore al polso, sia esso causato da una tendinopatia, da un trauma o da una patologia come l’artrosi. I vantaggi legati all’uso del tutore sono:
- riduzione del fastidio. Il tutore è formato in genere da una fascia di tessuto che, esercitando una leggera azione compressiva, ha la capacità di comprimere i tessuti tendinei in modo che essi vengano sgravati dal peso.
- prevenzione. I tutori fanno in modo che l’articolazione non venga sollecitata ulteriormente e riducono la possibilità di incorrere in altri danni.
- sostegno. Questo strumento stabilizza l’articolazione e la protegge dai traumi.
- regolazione individuale. Il tutore è comodo perché in genere se ne può adattare l’intensità compressiva in base al grado di dolore percepito.
- praticità. I tutori sono facilmente reperibili in commercio, sono intuitivi da indossare e non presentano effetti collaterali.
Cos’è la rizoartrosi
La rizoartrosi è una patologia legata al processo di artrosi dell’articolazione posta alla base del pollice. E’ una condizione comune soprattutto dopo i 50 di età e purtroppo limita fortemente la vita di chi ne è soggetto perché il fastidio è talmente forte che non riesce neppure più a scrivere o ad afferrare un oggetto con le dita. Il sintomo più frequente che indica la presenza della rizoartrosi è il dolore localizzato alla base del pollice, a cui fa seguito una progressiva incapacità nello svolgere gesti anche banali e una sensazione di generale debolezza alla mano.
Una caratteristica fondamentale di questa patologia è il fatto che il fastidio è presente anche nelle ore notturne, cioè mentre si dorme. Inoltre tale stato infiammatorio prevede la comparsa di una tumefazione sul dito, via via sempre più evidente. Questa è causata dalla lussazione della base del primo metacarpo, il quale perde la sua posizione originaria.
Il tutore per contrastare la rizoartrosi
Il tutore è un valido aiuto nel trattamento della rizoartrosi perché immobilizza il pollice e previene gli effetti secondari di questa artrosi, ovvero la deformità, con la relativa impossibilità a compiere determinati movimenti; il tutore ha il compito di mantenere in asse il pollice con la sua articolazione, nonché quello di ridurre il dolore sgravando l’articolazione. In commercio esistono numerosi tipi di tutore, da quello rigido a quello elastico, fino al tutore che è possibile indossare anche di notte, tuttavia è necessario chiedere al proprio medico o al fisioterapista qual è la tipologia più indicata per il proprio caso.
In generale, le ortesi rigide sono più consigliate per i casi di rizoartrosi più gravi e vanno indossate previo consulto medico, mentre i tutori semi rigidi o elastici si adattano anche a situazioni iniziali o a scopo preventivo. Le fasce meno compressive, quindi, possono essere usate come coadiuvante di una terapia di tipo conservativo perché permettono di svolgere le normali attività quotidiane senza compromettere la vita della persona.
Se la terapia conservativa non basta e il dolore è tale da rendere l’esistenza difficile, l’unica via da perseguire è quella chirurgica. Il medico saprà indicare le modalità di intervento più consone ma di norma l’articolazione, ormai logorata, viene ricostruita alla base del pollice utilizzando quanto più possibile i tendini dell’area interessata. Dopo l’operazione il paziente deve osservare un periodo di riposo e utilizzare un tutore, tuttavia l’immobilizzazione non è completa perché l’ausilio lascia libere le altre dita della mano. Solitamente viene adoperato un tutore rigido che tiene fermo il pollice fino al polso. Questo va portato per almeno tre settimane, in modo che l’articolazione non subisca traumi e sia messa nelle condizioni di ripararsi in modo naturale. In seguito alla persona verrà assegnato un percorso di fisioterapia riabilitativa che consentirà di tornare alle normali occupazioni nel giro di qualche mese.