L’epicondilite è una fastidiosa infiammazione al tendine del gomito che si può risolvere grazie all’uso del tutore

Il nome tecnico è epicondilite ma questa tendinopatia che coinvolge gli arti superiori è  comunemente nota anche con il nome di “gomito del tennista”. Si tratta di un’infiammazione che  coinvolge l’epicondilo, cioè una ristretta area dell’articolazione del gomito, che, proprio in questo sport, viene fortemente sollecitata. L’epicondilite è uno stato doloroso che, se trascurato per lungo  tempo, può degenerare e divenire invalidante per la persona che ne soffre. 

La causa dell’infiammazione è il protrarsi di microtraumi o di movimenti ripetitivi che, con il tempo, rendono il tendine sempre più rigido: la conseguenza è la progressiva incapacità di distendere completamente il braccio utilizzando i muscoli flessori di avambraccio, mano e polso. Essendo una patologia determinata da un sovraccarico funzionale ai danni dell’articolazione è  molto probabile, nonché frequente, che l’epicondilite abbia origine da uno stato di eccessiva  ripetitività di gesti logoranti per il tendine. Tuttavia, oltre alla cosiddetta “over-use syndrome”, è stato accertato che questa tendinopatia può anche essere legata a problematiche nell’area del collo. Il rachide cervicale, se soggetto a infiammazione o ad artrosi, potrebbe infatti estendere il dolore  proprio al gomito e aggravarne le criticità.

L’utilizzo del tutore per contrastare l’epicondilite 

Per non stressare ulteriormente l’articolazione quando si comincia ad avvertire dolore al gomito è consigliabile utilizzare un tutore per tenere fermo il gomito e non aggravare la situazione. Questo strumento è costituito da una, o più, fasce elastiche rinforzate che presentano un cuscinetto interno; del diametro di qualche centimetro, questo cuscinetto deve essere posizionato sotto il punto dove si prova più fastidio. Il tutore va poi stretto per farlo aderire alla pelle, in modo da avvertire una  leggera pressione data dal cuscinetto interno. 

In genere la tendinopatia del gomito varia dalle sei alle dodici settimane, tuttavia la tempistica è molto variabile e dipende da persona a persona. Per questo motivo è opportuno intervenire con tempestività e prendere da subito degli accorgimenti per contrastare l’infiammazione. Il tutore per epicondilite è molto utile per il trattamento della fase acuta perché offre un valido supporto al paziente, tuttavia non va portato per troppo tempo e, soprattutto, non è da intendersi come un ausilio che possa  guarire definitivamente dal dolore. 

Esso, infatti, costituisce un aiuto per non effettuare movimenti che potrebbero danneggiare l’articolazione ma, una volta terminata la fase più acuta, dovrebbe essere tolto; in ogni caso solo il medico saprà indicare con certezza quanto tempo portare il tutore perché molto dipende dal grado dell’infiammazione e dalle condizioni generali del paziente. In commercio esistono due tipologie di tutore per il trattamento dell’epicondilite: 

Il tutore a bracciale è indicato di norma per i casi meno gravi perché è molto poco invasivo e va  trattare solamente il punto esatto dove si prova dolore. Il modello a fascia, invece, è una vera e  propria gomitiera che, oltre a proteggere l’articolazione da possibili traumi, ha il compito di lenire il  fastidio, infatti è utilizzato soprattutto per le tendinopatie più gravi. 

Come riconoscere l’epicondilite 

Il primo campanello d’allarme che preannuncia il manifestarsi dell’epicondilite è in genere il dolore  al gomito, che può irradiarsi fino alla mano e la polso. Solitamente il fastidio inizia solo su un lato  del gomito, per poi diventare sempre più insostenibile quando si compie il gesto di distendere il  braccio o di ruotare la mano lateralmente. 

L’articolazione, oltre che essere dolorosa, appare anche: 

  • arrossata 
  • gonfia 
  • calda al tatto 

Tutte queste caratteristiche denotano la presenza di liquidi nei tessuti e il soggetto, se trascura  questa patologia, andrà ben presto incontro a una progressiva incapacità di compiere gesti fino ad allora semplici e banali come afferrare un oggetto mediamente pesante. Inoltre, il paziente potrà  avvertire una sensazione di debolezza agli arti superiori e, nei casi più gravi, non riuscirà più a  distendere completamente il braccio. 

Cos’è l’epitrocleite, o “gomito del golfista” 

L’epitrocleite è, proprio come l’epicondilite, una malattia infiammatoria che interessa i tendini del gomito, in particolare quelli che hanno origine dall’epitroclea. Si tratta di una condizione molto simile all’epicondilite, con la quale viene spesso confusa, tuttavia questa malattia, rispetto alla prima, è decisamente meno diffusa. L’epitrocleite viene anche chiamata in gergo “gomito del golfista”  perché in genere colpisce proprio gli atleti che praticano questo tipo di sport. Le cause, proprio come per il gomito del tennista, sono imputabili all’usura dell’articolazione dovuta a un protrarsi di movimenti ripetitivi e continui che, provocando dei microtraumi, finiscono per logorare i tendini. Oltre all’attività sportiva, anche alcune professioni che prevedono sempre gli stessi gesti, possono  dare luogo a questa patologia. 

I sintomi tipici dell’epitrocleite, così come dell’epicondilite, sono: 

  • dolore al gomito, il quale può manifestarsi gradatamente ma anche all’improvviso
  • rigidità articolare 
  • indolenzimento, sopratutto sulla parte interna del gomito 
  • formicolio e intorpidimento sulla mano e sulle dita 
  • senso di debolezza generale all’arto 
  • progressiva incapacità di sollevare oggetti, anche leggeri, di stringerli e di compiere gesti  fino ad allora eseguiti senza problemi 

Il trattamento dell’epitrocleite è in genere simile a quello per il gomito del tennista e prevede riposo e uso del tutore.

Il trattamento dell’epitrocleite 

L’epitrocleite si cura generalmente con una terapia conservativa che mira a lenire il dolore e a  rigenerare i tessuti. Non appare compare il fastidio può quindi essere utile: 

  • mettere a riposo l’arto interessato e interrompere ogni attività in grado di provocare  l’infiammazione 
  • applicare del ghiaccio. Il ghiaccio ha un potente effetto anti infiammatorio e, essendo del  tutto naturale, può essere applicato più volte durante il giorno 
  • eseguire una fasciatura che comprima il gomito 
  • utilizzare un tutore per il gomito. Il tutore per l’epitrocleite ha il compito di preservare l’area dai microtraumi e di velocizzare la guarigione 
  • se il dolore è molto intenso si possono assumere farmaci come i FANS o il paracetamolo rivolgersi a un fisioterapista che saprà indicare degli esercizi di stretching utili per  distendere i tendini
  • in ultima istanza, se l’infiammazione tende a protrarsi per svariati mesi, può essere indicato  il trattamento chirurgico.
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