La tachicardia

La tachicardia è un’accelerazione patologica del ritmo cardiaco oltre i valori normali di un soggetto, in genere pari o superiore ai 90-100 battiti al minuto in condizione di riposo. Nella normalità i battiti cardiaci aumentano quando si fa uno sforzo, sotto stress, in gravidanza o per assunzione di caffeina. La tachicardia si manifesta con sudorazione fredda, mal di testa, perdita di conoscenza, vertigini, palpitazioni, ipotensione marcata. Nei casi più gravi si può arrivare ad uno stato di incoscienza, stato in cui il cuore potrebbe arrestarsi (arresto cardiaco).

Tachicardia: come riconoscerla

Esistono molte forme di tachicardia, distinte in base alla causa scatenante e alle condizioni con cui si manifesta, ma si possono sommariamente distinguere alcune importanti tipologie: sinusale,  ventricolare e sopraventricolare e atriale. Una forma particolare di tachicardia sinusale è il cardiopalmo, la spiacevole sensazione definita come “cuore in gola”, ossia la percezione chiara e intensa del proprio battito cardiaco.

Le conseguenze più gravi riguardano lo scarso afflusso di sangue e ossigeno al corpo, infatti, l’accelerazione cardiaca implica un pompaggio ridotto di sangue: il cuore non ha abbastanza tempo per riempirsi di sangue se i battiti sono troppo ravvicinati.
La tachicardia è spesso una manifestazione collaterale di altre patologie o stati psicofisici: si accompagna infatti all’ansia, all’insonnia, alla depressione e agli attacchi di panico; sono anche molti i soggetti affetti da ernia iatale o da artrosi cervicale, così come le donne in menopausa, a dichiarare di soffrire di fenomeni di tachicardia.

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Cosa fare

Occorre sempre conoscere la causa scatenante di cui la tachicardia è solo una manifestazione, alcune non richiedono alcun trattamento, mentre in altri casi è necessario intervenire all’origine, anche farmacologicamente. Si possono eseguire pure manovre che abbassano la frequenza cardiaca come l’espirazione forzata a glottide chiusa (manovra di Varsalva), l’applicazione sul viso di acqua fredda o di un sacchetto del ghiaccio, il massaggio o la compressione monolaterale della carotide e bilaterale dei bulbi oculari. Nei casi più gravi, si rende necessaria l’iniezione di medicinali contro l’aritmia o l’utilizzo del defibrillatore.

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