Sole e tintarella: esposizione ai raggi solari

Con l’estate e l’esposizione ai raggi solari torna il pericolo delle malattie cutanee, in particolare il melanoma, tumore della pelle pericolosissimo. Il consiglio dei dermatologi è principalmente la prevenzione ma anche una visita al ritorno dalle vacanze se sulla pelle si riscontrano formazioni nuove o anche l’alterazione di quelle già esistenti come i nei. «E’ l’occasione – mette in guardia il direttore di Dermatologia, Roberto Cecchi – per ricordare il pericolo, spesso sottovalutato, dell’esposizione ai raggi solari che, se praticata senza precauzioni, può favorire l’insorgenza di patologie particolarmente gravi, come il melanoma, tumore maligno della pelle che negli ultimi anni ha registrato un incremento significativo e soprattutto ha visto abbassarsi l’età media delle persone colpite (oggi si diagnosticano melanomi anche in molti ventenni mentre prima i casi in questa fascia di età erano assolutamente rari). Sono dati allarmanti anche perché si tratta di uno dei tumori biologicamente più aggressivi per l’uomo, un cancro che metastatizza precocemente attraverso tutte le vie possibili: per contiguità, per via linfatica, per via ematica. Fondamentale è quindi la diagnosi precoce: sappiamo, infatti, che l’asportazione chirurgica del melanoma porta a guarigione definitiva purché sia effettuata nella fase iniziale, quando il tumore è ancora sottile (sotto il millimetro di spessore) mentre quando è già nella fase invasiva è poco sensibile alle varie terapie».

I raggi solari e la loro pericolosità

«E’ opinione corrente – afferma ancora il dr. Cecchi – che il sole dei nostri giorni sia ‘malato’ (buco dell’ozono ecc.) e quindi più pericoloso di quello che prendevano i nostri nonni. Il sole invece è lo stesso e da sempre emette un’ampia gamma di radiazioni, alcune innocue e altre dannose, mentre in realtà sono cambiate solo le nostre abitudini, in relazione al benessere e alla maggiore disponibilità di tempo libero». La moda di ‘prendere il sole’ per abbronzarsi è molto recente (risale al dopoguerra ma il vero boom è iniziato negli anni sessanta) ed «ha portato a un cambiamento sostanziale nel costume e nei comportamenti – aggiunge Cecchi – fino a giungere, in taluni casi, a veri e propri livelli di incoscienza. Bisogna tenere presente, infatti, che a fronte degli indubbi benefici delle radiazioni solari, legate prevalentemente all’apporto di vitamina D e per le quali è sufficiente un’esposizione modesta, i rischi per chi esagera sono moltissimi».

Una volta si andava al mare molto presto e si veniva via verso le 11; poi il pomeriggio si andava a riposare oppure si portavano i bambini in pineta o in un parco giochi, comunque all’ombra, per ritornare semmai sulla spiaggia verso le 17. Oggi invece sempre più spesso si arriva tardi in spiaggia – verso Mezzogiorno – e c’è addirittura chi si ferma a pranzo sotto il sole, per ritornare a casa quando inizia ‘il sole migliore’. A questo si aggiunge la tendenza ad usare di meno l’ombrellone, le pinete e le zone d’ombra. «Bisogna tener conto – precisa ancora il direttore  – che le radiazioni solari nella fascia oraria che va dalle 11 alle 13 (dalle 10 alle 12 con l’ora legale) sono circa la metà di quelle emesse in tutta la giornata. Quindi è bene evitare di stare al sole in questa fascia oraria e, comunque, di proteggere la pelle con creme apposite anche nelle altre ore».

raggi solari

Come agiscono in raggi solari sulla pelle

Un’esposizione solare prolungata durante la vita produce il cosiddetto photoaging, responsabile dell’invecchiamento della pelle e rappresentato da macchie e rughe ma talvolta anche da carcinomi cutanei, in genere ad aggressività limitata come gli epiteliomi, mentre per il melanoma sembra sia determinante un’esposizione intermittente al sole con frequenti scottature.

Soggetti a rischio

I rischi maggiori li corrono le persone con pelle e occhi chiari, soprattutto i bambini, per i quali sono assolutamente da evitare le ‘ore di punta’, mentre è importantissimo esporsi al sole poco e gradualmente, ma soprattutto ci si deve ricordare di prendere tutte le precauzioni possibili per evitare arrossamenti e scottature. Come precauzione, oggi sono in commercio ottime creme solari, con fattori di protezione adatti per tutti i tipi di pelle e ‘water resistent’ ossia che rimangono sulla pelle anche durante il bagno o in condizioni di ipersudorazione.

Bisogna tenere presente però che la crema non è un abbronzante ma un filtro. E soprattutto che non è un ‘prodotto di bellezza’ ma un vero e proprio farmaco. Si consiglia quindi di acquistarla in farmacia su consiglio del Dermatologo.

Infine la lampada abbronzante. Fare la lampada prima di andare al mare può anche essere, secondo le circostanze, una buona abitudine, ma pure in questo caso è opportuna la prudenza perché l’abuso di questo piccolo ‘sole artificiale’ può provocare danni cutanei, talvolta anche rilevanti come l’insorgenza di melanomi o di altre neoplasie in quanto capace di indurre mutazioni nelle cellule dell’epidermide”.

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